Sussana Agnelli
Cher Sussana, ma petit chatte, l’anno scorso andai in ferie a Samarcanda. Durante il viaggio di ritorno ero impaurito e voglioso come un pulcino che si accinge a mangiare una omelette cucinata da uno chef francese coi controcoglioni, fremevo pensando al godimento fisico nel vedere i miei colleghi di ufficio sbavare d’invidia. Avevo preparato tutto nei minimi dettagli: foto, filmati, anche un proiettore olografico ordinato per posta. Male feci i conti: la ditta fallì proprio il giorno prima del mio rientro. Caddi in depressione. Pensai di tagliarmi le vene, ma la vista del sangue mi faceva morire dalla paura. Così decisi di togliermi la vita comprando uno stock di bond argentini. Ma da quando hanno mandato a fanculo quelli del Fondo Monetario Internazionale, l’economia è stata in forte ripresa. Ora sono straricco. Non vedo l’ora di trovare un modo per dirlo ai miei ex colleghi per farli marcire nella loro bile. Sussana lei che è così saggia e aristocratica, mi dia un consiglio su come fare. La ringrazio. Baci, abbracci e tarallucci tempestati di diamanti.
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Un modo efficace potrebbe essere presentarsi a casa loro assieme ad uno stuolo di avvocati strapagati, pisciargli sulla tappezzeria e poi esclamare: “Ora prova a farmi causa se ne hai il coraggio!”. Se poi ha un rimorso di coscienza, anche se glielo sconsiglio, può giustificare il gesto sostenendo che una regolare diuresi fa bene all’organismo, lo dice anche Gigliola Cinquetti, invitandoli a mingere tutti insieme nuovamente sulla loro tappezzeria.